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    da rsnews.it

    Oggi - Ore 11:21 // Basket - Serie A 10/11
    Basket, Serie A1. Cantù svela il suo volto, Roma in caduta liberaMilano conferma il primo posto in classifica passeggiando contro Brindisi. La Bennet vince contro Teramo e si porta al secondo posto. La Lottomatica fa una brutta figura ad Avellino, mentre Bologna sfata il tabù Pesaro

    CAPOCANNONIERE. I 31 punti contro Cantù fanno diventare Zoroski il miglior marcatore del campionato, ma non aiutano Teramo a conquiastare la prima vittoria stagionale La quarta giornata ufficializza il ruolo da protagonista di questo campionato di Cantù. Nell'anticipo di sabato sera la Bennet supera agevolmente Teramo per 82-70 lasciando ancora a quota 0 punti in classifica gli abruzzesi. Senza la tripla di Koponen a Bologna la squadra di Trinchieri sarebbe prima con Milano, invece è seconda a 6 punti insieme a Siena ed alla sorpresa Varese. Dopo la vittoria contro la Montepaschi, la Cimberio conferma il proprio momento di grazia conquistando i due punti sul difficile campo di Treviso (67-72). I campioni in carica di Siena si devono affidare ad un Lavrinovic da 33 punti per evitare la seconda sconfitta consecutiva. Nel 91-87 contro Caserta decide la freddezza ai tiri liberi durante l'ultimo minuto, la Pepsi fa 1/4 e si condanna alla quarta sconfitta in quattro gare di campionato. Restando in Campania, Avellino supera Roma per 72-65 e lascia la Lottomatica al penultimo posto in compagnia di Treviso e Brindisi. I pugliesi non riescono a fronteggiare la corazzata Armani Jeans venendo spazzati via per 97-67. Con questa vittoria Milano conferma il proprio primato e la propria forza, gran mattatore della partita il figliol prodigo David Hawkins con 21 punti. Dopo 8 anni Bologna vince a Pesaro (66-70) e riesce a rimanere nel gruppo delle squadre a 6 punti. Con tre vittorie c'è anche Sassari che, contro Biella, capitalizza al massimo un parziale di 15-0 che le garantisce un successo per 97-90. La palma di vittoria più emozionate della giornata va a Cremona dove la Vanoli ha avuto bisogno di un supplementare per avere la meglio di Montegranaro.
    Simone Timpone

    da repubblica.it
    BasketLa conferma di Cantù
    ''Non ci nascondiamo''Tre vittorie consecutive dopo l'incredibile ko all'esordio contro Bologna. La Bennet è sempre lì tra le grandi. E vuole restarci. Coach Trinchieri: ''Alla finale scudetto penso tre volte a settimana, non ci poniamo limiti''di STEFANO VALENTI

    Andrea Trinchieri
    La giornata: Milano senza problemiSi era mostrato umanamente incapace di trattenere l'ira per quella partita persa nella giornata d'esordio, in trasferta, a Bologna, avanti di 16 ad inizio dell'ultimo quarto. Ed Andrea Trinchieri non sapeva ancora che quella tripla-killer di Petteri Koponen gli avrebbe impedito di essere, con la sua Cantù, ancora imbattuto dopo quattro giornate, seguita poi la serie fatta di soli successi contro Cremona, Roma e Teramo. "Quella sconfitta assurda è stata un fardello che ci siamo portati dietro per una settimana, perché la domenica dopo abbiamo sfidato sia Cremona che i fantasmi di Bologna. E ne è uscita una brutta partita".

    Magari anche una molla psicologica, utile a rimettervi in carreggiata, nel gruppo delle seconde.
    "Non trovo nulla di appagante nella nostra situazione di classifica, resa sbilenca dal fatto che Treviso, Roma e Caserta sono in coda, e non ci resteranno. E domenica Sassari ospita Milano, per agganciarla in testa, magari non era previsto pure questo".
    Rivedere le stesse facce è un vantaggio, si dice. E voi avete confermato sette giocatori dall'anno scorso. Poi chi cambia molto dice che era giusto avere volti nuove. La verità è nel mezzo oppure è che alla fine si lavora su quel che il club passa?
    "La verità risiede nell'equilibrio, che a sua volta sta nel mezzo. Io credo che la verità sia l'assenza di programmazione, per carenza di manager e di denari. Si guarda all'oggi, cercando le scorciatoie che ti permettono di arrivare al domani. A Cantù si cerca di guardare al dopodomani. Abbiamo confermato sette giocatori che però sono anche e soprattutto ottime persone. E poi giocatori, con vizi e virtù. Come dice il mio general manager Arrigoni, per me che li alleno il vero vantaggio è conoscerne già i difetti".
    Avete cambiato poco ma anche molto, nel senso di entrambi i playmaker, Green e Tabu, che rappresentano il raccordo naturale tra lei e la squadra. Un rischio calcolato?
    "Diciamo che avendo confermato il trio formato da Markoishvili, Micov e Leunen, avevamo in squadra l'antivirus al possibile rigetto. A questi si aggiunge uno come Mazzarino che quando serve sa procurare punti o falli".
    Guardi Cantù, sai chi sono i suoi punti di forza, ma l'individuare il match-winner di giornata resta esercizio complesso. E' la vostra immagine?
    "Come idea base da noi vige la rinuncia all'appagamento istantaneo, che rallenta la costruzione di un sistema. Per me sarebbe molto più facile concedere venti tiri ad un giocatore piuttosto che ripartirne cinque a testa tra quattro giocatori. Ma l'ego non paga, a me piace copiare, copio dai migliori in Europa e le squadre migliori d'Europa da anni hanno abolito l'ego".
    L'anno scorso avete raggiunto la semifinale. Potete convincere la vostra gente che si può migliorare anche senza necessariamente giocare la finale per lo scudetto, dimostrazione tangibile di crescita nel risultato?
    "Faccio già fatica a convincere i giocatori, onestamente sul resto non mi concentro. A me basta che sia concesso di poter dire quel che penso alla mia squadra, senza giri di parole. Alla finale scudetto poi penso almeno tre volte a settimana. Non deve essere un'utopia, non c'è partita persa prima di andare in campo. E neanche vinta".
    Non vi ponete limiti, insomma.
    "Ragiono all'americana, dicendo che l'obiettivo è "star sempre lì". Poi so che giocare la finale significa eliminare due squadre probabilmente più forti della mia. Vedremo la condizione con la quale arriveremo ai playoff, noi e le altre, che è quel che conta. Non ci accontentiamo di quel che abbiamo e tantomeno ci nascondiamo".
    Oltre a Cantù c'è la piena rinascita delle lombarde.
    "Milano è prima con il parco giocatori più forte, magari non convince ma vince. Varese è una squadra costruita ad immagine del suo allenatore, ha quattro lunghi buoni e di mestiere, può fare un grande campionato. Cremona è poco appariscente ma solida, poco spettacolare ma sostanziosa. Dopo aver sfiorato la vittoria con Siena e noi si è sbloccata a Brindisi, era quel che gli serviva".
    Ha parlato di campionato sbilenco, ce lo approfondisce?
    "Il primo obiettivo della stagione sono le Final Eight di Coppa Italia. E dopo quattro giornate Roma, Treviso e Caserta ne sarebbero fuori. Ecco l'anomalìa. Il nostro è il più bel campionato se guardiamo alla qualità delle squadre medio-piccole. Non so se è un bene perché, spalmandola, la qualità si abbassa. Però è sotto gli occhi di tutti l'enorme numero di partite decise negli ultimi minuti".
    Di Siena fa notizia la sconfitta, ma lei allenatore ovviamente guarda al modo in cui vince. Per adesso, facendo fatica.
    "E per loro non c'è nulla di meglio, perché una vittoria sofferta insegna molto di più che una agevole. Caserta ha fatto il massimo sforzo, ma Siena l'ha battuta e questo aggiunge una bella dose di convinzione ad un organico così rinnovato. Che in più attorno ha un'organizzazione che per anni ha stravinto sulle altre prima ancora che lo facesse la squadra sul campo".
    Sabato con Siena se la vede lei, a Cantù: prepara la stessa partita di un anno fa?
    "Un po' diversa, pur sapendo che in qualche momento sarà uguale a quelle del passato, cioè quando loro alzano il livello della loro intensità e vieni colpito da una specie di tsunami. Poi è vero che non hanno più una durezza fisica pazzesca, persi in un colpo solo McIntyre, Hawkins, Sato ed Eze. Però McCalebb è un diamante, magari con qualche venatura opaca ma un diamante. Alla fine sarà tra i migliori del campionato, non ho dubbi".
    La prossima settimana inizia l'Eurocup, per voi come per Treviso e Caserta. Stimolo e timore al tempo stesso per un impegno che diventerà gravoso?
    "Gravoso senza dubbio, da 12 partite in 35 giorni. Quanto bellissimo, soprattutto per i miei giocatori che si allenano un po' meno... Ma per questo avevo bisogno di vincere partite, prima della coppa. Sabato ad esempio ha giocato più Tabu di Green, perché devo ancora capire cosa mi può dare. E se il momento della squadra è positivo, te lo puoi concedere. Nella sconfitta diventa un lusso". (08 novembre 2010)
     
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