Lele Molin

# vice allenatore 2011/2013

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    CITAZIONE (orgogliocanturino @ 17/11/2013, 11:31) 
    CITAZIONE (Superciuko @ 17/11/2013, 02:29) 
    La dedica vale ancora dopo 4 sconfitte di fila?

    Si',caserta ha già' beccato milano e se l'e' giocata punto a punto con tutte sbagliando solo a reggio, con un roster che è' quello che e'

    Ok, quindi errore CAPITALE confermato
     
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    Nell' intervista post partita a Lele Molin:
    " Un ringraziamento particolare a tutto il pubblico di Cantù, non mi aspettavo che gli eagles mi facessero uno striscione e questo potesse evocare un applauso unanime alla mia persona; mi fa molto piacere, e mi fa molto piacere sapere di avere lasciato un buon ricordo.
    Mi dispiace per la sconfitta, pero', e' una sconfitta che mi lascia poco amaro in bocca."
    www.goldwebtv.it/it/sport-e-spettac...ita-superiore-e
     
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    CITAZIONE (tatao02 @ 9/12/2013, 10:15) 
    Nell' intervista post partita a Lele Molin:
    " Un ringraziamento particolare a tutto il pubblico di Cantù, non mi aspettavo che gli eagles mi facessero uno striscione e questo potesse evocare un applauso unanime alla mia persona; mi fa molto piacere, e mi fa molto piacere sapere di avere lasciato un buon ricordo.
    Mi dispiace per la sconfitta, pero', e' una sconfitta che mi lascia poco amaro in bocca."
    www.goldwebtv.it/it/sport-e-spettac...ita-superiore-e

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    Ieri ci ha messo in scacco.
     
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    Il rookie Molin «Sì, Caserta per me è scuola di vita»
    Da vice di lusso nei top club europei a capoallenatore esordiente a 54 anni «Tutto diverso, ma sto bene. E ci resto»
    ( dalla Gazza )

    Una carriera di assistente allenatore di primissimo livello, quindi anche a livello europeo, unita alla voglia di «svoltare». A 54 anni? Possibile? «Certo, passare a fare il capo allenatore è stata una mia scelta, libera — racconta Emanuele, ma per tutti Lele, Molin —: potevo farla tanti anni prima, ma talvolta dipendiamo dalle circostanze. E nell’estate scorsa la circostanza ha voluto che Caserta, attraverso il g.m. Marco Atripaldi, mi facesse questa proposta. Una squadra da inventare, fatta con pochi soldi, con l’ambizione però di provare a costruire qualcosa. In una piazza dove il basket è una cosa importante».
    Due vittorie di fila, l’inizio in campionato. Seguite da cinque sconfitte: ha tremato?
    «No, perché ho avuto la fortuna di avere oltre ad Atripaldi una proprietà, nelle persone dei due presidenti Iavazzi e Barbagallo, che mi ha sempre supportato nei momenti difficili. Questi sette mesi finora hanno rappresentato per me una scuola di vita».
    Vice allenatore con Treviso, Virtus Bologna, Cska Mosca, Real Madrid e Cantù: fare il capo non è la stessa cosa.
    «Certo che non lo è, devi avere la cura di tanti aspetti, bravo a capire certi meccanismi. Di errori ne ho fatti tanti, poi d’altronde io sono un rookie di 54 anni...».
    Come si prova a scendere al Sud per la prima volta?
    «È stata una bellissima sensazione. Il calore della gente, nel bene e nel male, lo tocchi con mano. Caserta è una città dove è facile inserirsi, anche per noi del Nord-Est che abbiamo un carattere un po’ più chiuso. Sportivamente parlando, sono entrato in un contesto nuovo, dove per avere totale credibilità occorre tempo. Ecco, questo passaggio non l’ho ancora completato. Caserta è una città incredibile, tutti parlano di basket e ci si mette un attimo a passare da essere eroe a un poco di buono. In questo, se mi permettete il paragone fatto con le dovute differenze, Caserta è un po’ la versione appezzottata di Madrid. Sì, appezzottata, come dicono qui, ossia taroccata».
    La Pasta Reggia era partita per conquistare una salvezza tranquilla, ora lotta per i playoff.
    «Direi che abbiamo fatto anche qualcosa più del dovuto. Le cinque sconfitte iniziali sono state anche figlie del tempo, c’erano da assimilare dei concetti, mettere insieme varie culture di gioco. E poi abbiamo pagato il mancato inserimento del play Hannah. I playoff? Non so se come organico siamo una delle prime otto squadre. Ma li meriteremmo noi, la società, i tifosi. È un sogno, crediamoci».
    Il giocatore che più l’ha soddisfatta?
    «Brooks, e non solo perché me lo sono portato da Cantù. Non credevo riuscisse ad essere così costante».
    Oggi torna intanto in città Cameron Moore dopo l’infortunio...
    «Ha il contratto, è un nostro giocatore. Sosterrà le visite mediche, vediamo in che condizioni sarà per decidere poi come comportarci».
    Torniamo ai playoff: arrivare ottavi significherebbe incontrare Milano: l’ultima volta vi siete fermati a 43 punti...
    «Nei playoff in tre gare con arriveremmo a 100. Sono straordinari, e poi hanno la spinta del pubblico. In Eurolega arriveranno fino alla finale, magari col Real Madrid che è la mia favorita di quest’edizione».
    L’Eurolega l’ha vissuta per tantissimi anni: le manca?
    «Tanto: è stupenda, giovedì e venerdì, quando ci sono le gare in tv, poi vado a letto sistematicamente triste...».
    Per chiudere, ma Molin resterà a Caserta anche la prossima stagione?
    «Sicuramente».
    Con, aggiungiamo, Enzino Esposito a fargli da vice.
     
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    Dalla Provincia:

    Ti imbatti in Lele Molin e subito il pensiero corre a un paio delle migliori stagioni canturine dell’ultimo ventennio (e pure abbondante). Quando, reduce dalle annate stellari e stellate dapprima al Cska Mosca e successivamente al Real Madrid, il tecnico veneziano fu assoldato dalla proprietà Cremascoli per offrire a coach Andrea Trinchieri un assistente di provata esperienza così da affrontare con una diversa consapevolezza l’avventura in Eurolega che Cantù si accingeva a percorrere. In fondo è trascorso soltanto un quinquennio, ma alla luce delle condizioni in cui versa ora il club biancoblù sembra passato un secolo.
    Molin, che dopo essersi congedato dalla Brianza era andato ad allenare Caserta per poi riprendere il viaggio in direzione Russia con destinazione Kazan, è nel frattempo tornato in Italia. Accasandosi a Trento. E ora fa pure parte dello staff tecnico del ct Meo Sacchetti in Nazionale.

    Dunque Lele, com’è stato il suo ritorno “a casa”?
    Felice per almeno un paio di motivi. Il primo non solo perché sono tornato a lavorare nel mio Paese ma perché l’ho fatto a Trento che è uno dei club più in vista attualmente nel movimento italiano. Il secondo è che mi sono riavvicinato alla mia famiglia, la lontananza dalla quale in questi due anni mi è costata abbastanza.

    Trento, da qualche tempo in qua, sta significando programmazione.
    Sin dai primi contatti che avevo avuto con Buscaglia (il coach, ndr) e Trainotti (il gm, ndr) avevo percepito l’idea di un club con delle idee e dei progetti seri. Una sensazione avvalorata e confermatissima poi dai fatti che ho potuto constatare una volta che ne sono entrato a far parte. Un club non solo che ha dei propositi ben chiari e delineati ma che ha pure delle dinamiche per conseguirli e renderli concreti. Oltre alla tenacia di portarli avanti. Posso esagerare?

    Sappiamo che non fa parte del personaggio, ma faccia pure...
    Credo che questa Trento possa e debba essere presa a modello da parte di molti club italiani. Non perché ci lavoro io, ma semplicemente perché con le risorse a disposizione si cerca di fare dei passi - senza avvalersi di scorciatoie - che ogni giorno sono protesi alla concretizzazione di un certo tipo di gestione e di modo di intendere e sviluppare la pallacanestro.

    Un mondo che purtroppo dista anni luce da quello con il quale da qualche tempo ci si sta confrontando nella Brianza dei canestri.
    Non mi permetto di dire nulla se non che fa dispiacere. Davvero una tristezza vedere quello che sta accadendo.

    Voltiamo pagina per non immalinconirci oltre modo. Che tipo di squadra è questa Trento e quanto è distante da quella che ha giocato l’ultima finale scudetto?
    In questo momento siamo una squadra dalla forte impronta difensiva avendo mantenuto un nucleo di giocatori che ha un approccio difensivo sempre molto aggressivo e attento. Offensivamente, invece, siamo ancora in evoluzione perché purtroppo il nostro play titolare, di rientro dagli impegni estivi con la Nazionale, si è dovuto fermare e questo ovviamente ha rallentato un po’ tutto il processo di sviluppo. E c’è di più.

    Dica.
    Avendo cambiato sia il play sia il centro titolari, dobbiamo ancora capire bene come assettarci. Perché questa è ovviamente la trave portante del gruppo e ciò ci porta così a dire che siamo ancora comprensibilmente indietro.

    A proposito di pivot, il vostro attuale (Behanan) quanto è diverso da quell’Hogue che l’ha preceduto?
    Hogue è uno estremamente efficace in tutto ciò che c’è da raccogliere, ha grande atletismo nel rollare verso canestro anche se in assoluto non è molto ricco di qualità tecniche. Behanan, di contro, è un giocatore con molte più qualità ma che essendo la prima volta che attraversa l’oceano deve ancora capire dov’è e cosa deve fare.
     
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    Molin ha lasciato Trento
    https://sportando.basketball/ecco-il-comun...energia-trento/
     
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  8. Buzzzbiancoblu
     
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    Allenatore che ho sempre stimato molto.
    Eterno dilemma se più performante come assistente o capo allenatore
     
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    CITAZIONE (Buzzzbiancoblu @ 24/5/2023, 11:51) 
    Allenatore che ho sempre stimato molto.
    Eterno dilemma se più performante come assistente o capo allenatore

    Bella domanda, azzarderei quasi da assistente.
    Mio modestissimo parere.
     
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    Sbaglio o lui ha sempre preferito fare l'assistente che l'allenatore?
     
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    Tyson Wheeler

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    CITAZIONE (towerman @ 24/5/2023, 11:24) 

    Coach che per me rende più da assistente,da primo allenatore lo trovo sopravvalutato,ma quest'anno mi pare abbia raggiunto risultati in linea con il roster a disposizione e il budget forse anche meglio,no?

    Onore a lui che si è dimesso
     
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  12. Buzzzbiancoblu
     
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    CITAZIONE (noisiamoibiancoblu @ 24/5/2023, 13:56) 
    Sbaglio o lui ha sempre preferito fare l'assistente che l'allenatore?

    Si confermo anche se lo reputo un grandissimo allenatore
     
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    Secondo me avrebbe anche potuto fare meglio se avesse giocato "alla pari" di altre squadre in tema di stranieri ma non sono riuscito a capire se la scelta di averne solo fosse nata dalla dirigenza e imposta al coach o dal coach stesso e accettata dalla società.
     
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    Infatti si parla già di assistente allenatore
    https://sportando.basketball/reyer-venezia...-neven-spahija/
     
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193 replies since 12/7/2011, 21:09   13683 views
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