I BILANCI DELLE SOCIETA'

Dei delitti e delle pene

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    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 15:11) 
    ...
    Mi sembra tutto perfettamente chiaro. Continuano però a stupirmi tali divergenze relative al rapporto tra spese per stipendi e spese totali, dal 27% al 63% del budget complessivo. Perché se è lecito ricorrere all'utilizzo della formula dei diritti d'immagine per una misura pari al 40% dell'importo complessivo del contratto, non vedo proprio perché tutte le società non ci ricorrano in egual misura: a conti fatti ciascun contratto stipulato con questa formula, come hai giustamente calcolato tu, permette un risparmio del 20%. Che non è affatto poco. A meno che alcune società non abbiano commercialisti davvero asini...

    Non credo che le società si servano di commercialisti asini ma le vedo come scelte individuali in base al rigore che il padrone si vuol dare.
    Perchè solo la Fiat o FCA che dir si voglia mette sede legale in Olanda e fiscale in Gran Bretagna e le altre aziende italiane non lo fanno?
     
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    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 3/4/2017, 15:35) 
    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 15:11) 
    ...
    Mi sembra tutto perfettamente chiaro. Continuano però a stupirmi tali divergenze relative al rapporto tra spese per stipendi e spese totali, dal 27% al 63% del budget complessivo. Perché se è lecito ricorrere all'utilizzo della formula dei diritti d'immagine per una misura pari al 40% dell'importo complessivo del contratto, non vedo proprio perché tutte le società non ci ricorrano in egual misura: a conti fatti ciascun contratto stipulato con questa formula, come hai giustamente calcolato tu, permette un risparmio del 20%. Che non è affatto poco. A meno che alcune società non abbiano commercialisti davvero asini...

    Non credo che le società si servano di commercialisti asini ma le vedo come scelte individuali in base al rigore che il padrone si vuol dare.
    Perchè solo la Fiat o FCA che dir si voglia mette sede legale in Olanda e fiscale in Gran Bretagna e le altre aziende italiane non lo fanno?

    La questione relativa ai diritti d'immagine è puramente fiscale perchè "I contratti per la cessione dei diritti di immagine individuale - tassati al 4 per cento anziché al 43 per i rapporti di prestazione sportiva - sono riconosciuti e disciplinati dall’ordinamento giuridico italiano, e una recente circolare dell’Enpals ne riconosceva la congruità ai fini fiscali fino al 40 per cento dell’importo complessivo del contratto."

    Non capisco. Se l'ordinamento giuridico italiano riconosce e disciplina i diritti di immagine individuali e una recente circolare dell'Enpals ne riconosce la congruità nei termini sopra descritti, non c'è nessuna gabola, ma è tutto fatto nella massima regolarità: non è solo un diritto, ma oserei dire un dovere di un buon amministratore e di un buon commercialista e/o consulente del lavoro proporre e adottare, nei limiti della legalità, la formula che permetta alla società di risparmiare o di impiegare quanto risparmiato per costruire un roster migliore.

    Sarebbe come dire che una società decidesse scientemente di non utilizzare gli sgravi previsti dal Job Act (quando c'erano) per assumere dei lavoratori: io la vedrei come superficialità di chi la dirige e di chi la amministra.

    Detto questo, l'esempio Fiat/FCA è un altro discorso. FCA, come multinazionale, approfittando dello scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei ha adottato la formula più conveniente per sé e soprattutto per i suoi cari azionisti. Il fatto che siamo un paese governato da buffoni ovviamente permette tutto questo dopo decenni di contributi a fondo perduto e cassa integrazione a spese dello stato, avrei proprio voluto vedere se Renault o Peugeot avessero adottato una simile misura cosa avrebbe detto il governo francese, o il governo tedesco se la Volkswagen avesse attraversato il confine. FCA come multinazionale l'ha potuto fare, stai pur certo che se il panificio sotto casa mia che produce e vende esclusivamente sul mercato italiano sposta la sua sede legale in Olanda si trova i finanzieri a fare colazione in negozio tutte le mattine mentre gli guardano i conti.
     
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    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 3/4/2017, 15:35) 
    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 15:11) 
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    Mi sembra tutto perfettamente chiaro. Continuano però a stupirmi tali divergenze relative al rapporto tra spese per stipendi e spese totali, dal 27% al 63% del budget complessivo. Perché se è lecito ricorrere all'utilizzo della formula dei diritti d'immagine per una misura pari al 40% dell'importo complessivo del contratto, non vedo proprio perché tutte le società non ci ricorrano in egual misura: a conti fatti ciascun contratto stipulato con questa formula, come hai giustamente calcolato tu, permette un risparmio del 20%. Che non è affatto poco. A meno che alcune società non abbiano commercialisti davvero asini...

    Non credo che le società si servano di commercialisti asini ma le vedo come scelte individuali in base al rigore che il padrone si vuol dare.
    Perchè solo la Fiat o FCA che dir si voglia mette sede legale in Olanda e fiscale in Gran Bretagna e le altre aziende italiane non lo fanno?

    Fanno in nero? :) si scherza ehehehhe (speriamo!)
     
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    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 15:54) 
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    La questione relativa ai diritti d'immagine è puramente fiscale perchè "I contratti per la cessione dei diritti di immagine individuale - tassati al 4 per cento anziché al 43 per i rapporti di prestazione sportiva - sono riconosciuti e disciplinati dall’ordinamento giuridico italiano, e una recente circolare dell’Enpals ne riconosceva la congruità ai fini fiscali fino al 40 per cento dell’importo complessivo del contratto."

    Non capisco. Se l'ordinamento giuridico italiano riconosce e disciplina i diritti di immagine individuali e una recente circolare dell'Enpals ne riconosce la congruità nei termini sopra descritti, non c'è nessuna gabola, ma è tutto fatto nella massima regolarità: non è solo un diritto, ma oserei dire un dovere di un buon amministratore e di un buon commercialista e/o consulente del lavoro proporre e adottare, nei limiti della legalità, la formula che permetta alla società di risparmiare o di impiegare quanto risparmiato per costruire un roster migliore.

    Sarebbe come dire che una società decidesse scientemente di non utilizzare gli sgravi previsti dal Job Act (quando c'erano) per assumere dei lavoratori: io la vedrei come superficialità di chi la dirige e di chi la amministra.

    Detto questo, l'esempio Fiat/FCA è un altro discorso. FCA, come multinazionale, approfittando dello scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei ha adottato la formula più conveniente per sé e soprattutto per i suoi cari azionisti. Il fatto che siamo un paese governato da buffoni ovviamente permette tutto questo dopo decenni di contributi a fondo perduto e cassa integrazione a spese dello stato, avrei proprio voluto vedere se Renault o Peugeot avessero adottato una simile misura cosa avrebbe detto il governo francese, o il governo tedesco se la Volkswagen avesse attraversato il confine. FCA come multinazionale l'ha potuto fare, stai pur certo che se il panificio sotto casa mia che produce e vende esclusivamente sul mercato italiano sposta la sua sede legale in Olanda si trova i finanzieri a fare colazione in negozio tutte le mattine mentre gli guardano i conti.

    Tu dici che il discorso FCA è diverso e io ti chiedo: perchè è diverso? Non è l'unica multinazionale italiana, non è l'unica che deve rendere conto a cari azionisti, ma di questo scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei è una delle poche ne ha approfittato. Quindi le altre società quotate son gestite da scemi patentati?

    Però torno al discorso cestistico che interessa di più: e ti dico. I contratti si firmano in due, giocatore/agenzia devono accettare la formula proposta, non è detto che lo facciano. Perchè? Perchè sul contratto depositato presso la FIP è più facile controllare il buon esito dei pagamenti, altrimenti ci vuole sentenza definitiva del BAT (Tribunale Arbitrale della Fiba) atta a comprovare l'esistenza di altri compensi non previsti dal contratto depositato.
    Ora, se tu sei un giocatore, ammettendo che non sia manovrato come un burattino dagli agenti e abbia potere decisionale, preferiresti un contratto regolare e unico di prestazione sportiva da 200k lordi ovvero 115k oppure un contratto regolare da 100k lordi e uno di immagine da 60k che al netto di mettono in tasca la stessa cifra ma se non ti pagano i diritti di immagine ci metti un casino a far valere le tue ragioni, e magari ci perdi pure dei soldi?
    E' ovvio che a parità di condizioni la scelta migliore per il giocatore è la prima ma se accetta di passare alla seconda, o si tratta di società la cui reputazione di buoni pagatori fa stare tranquilli tutti, o si tratta di "offerta speciale" per cui ti dicono che se vuoi tutto con contratto regolare il netto è X perchè a me società costi Y, ma se accetti la formula mista posso arrivare a X+n% perchè a me società costa Y-m%.
    Del resto, sempre per parlare di Caserta che è un caso troppo recente, non ti pare strano che Sosa si lamenti che non ha ricevuto dei soldi, la società sbandiera un foglio da lui firmato in cui dice di non aver pendenze, in tempo zero arrivano ex casertani suoi amici a dire che pure a loro mancano dei soldi, e ciliegina sulla torta arriva l'esito del BAT che sancisce spettanze non pagate a Mordente che blocca così il mercato? Se Sosa e gli altri hanno mentito sui pagamenti e quindi gettando a tutti gli effetti fango sulla reputazione della società, non credi che la società avrebbe anche il diritto di difendersi attaccando codesti "bugiardi" in tribunale per dichiarazioni lesive della propria immagine?

    @Highway: il discorso del nero meglio che lo lasciamo fuori per quanto con un po' di fantasia non sia così difficile arrivare a capire chi lo può fare e come
     
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    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 3/4/2017, 16:58) 
    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 15:54) 
    ...
    La questione relativa ai diritti d'immagine è puramente fiscale perchè "I contratti per la cessione dei diritti di immagine individuale - tassati al 4 per cento anziché al 43 per i rapporti di prestazione sportiva - sono riconosciuti e disciplinati dall’ordinamento giuridico italiano, e una recente circolare dell’Enpals ne riconosceva la congruità ai fini fiscali fino al 40 per cento dell’importo complessivo del contratto."

    Non capisco. Se l'ordinamento giuridico italiano riconosce e disciplina i diritti di immagine individuali e una recente circolare dell'Enpals ne riconosce la congruità nei termini sopra descritti, non c'è nessuna gabola, ma è tutto fatto nella massima regolarità: non è solo un diritto, ma oserei dire un dovere di un buon amministratore e di un buon commercialista e/o consulente del lavoro proporre e adottare, nei limiti della legalità, la formula che permetta alla società di risparmiare o di impiegare quanto risparmiato per costruire un roster migliore.

    Sarebbe come dire che una società decidesse scientemente di non utilizzare gli sgravi previsti dal Job Act (quando c'erano) per assumere dei lavoratori: io la vedrei come superficialità di chi la dirige e di chi la amministra.

    Detto questo, l'esempio Fiat/FCA è un altro discorso. FCA, come multinazionale, approfittando dello scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei ha adottato la formula più conveniente per sé e soprattutto per i suoi cari azionisti. Il fatto che siamo un paese governato da buffoni ovviamente permette tutto questo dopo decenni di contributi a fondo perduto e cassa integrazione a spese dello stato, avrei proprio voluto vedere se Renault o Peugeot avessero adottato una simile misura cosa avrebbe detto il governo francese, o il governo tedesco se la Volkswagen avesse attraversato il confine. FCA come multinazionale l'ha potuto fare, stai pur certo che se il panificio sotto casa mia che produce e vende esclusivamente sul mercato italiano sposta la sua sede legale in Olanda si trova i finanzieri a fare colazione in negozio tutte le mattine mentre gli guardano i conti.

    Tu dici che il discorso FCA è diverso e io ti chiedo: perchè è diverso? Non è l'unica multinazionale italiana, non è l'unica che deve rendere conto a cari azionisti, ma di questo scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei è una delle poche ne ha approfittato. Quindi le altre società quotate son gestite da scemi patentati?

    Però torno al discorso cestistico che interessa di più: e ti dico. I contratti si firmano in due, giocatore/agenzia devono accettare la formula proposta, non è detto che lo facciano. Perchè? Perchè sul contratto depositato presso la FIP è più facile controllare il buon esito dei pagamenti, altrimenti ci vuole sentenza definitiva del BAT (Tribunale Arbitrale della Fiba) atta a comprovare l'esistenza di altri compensi non previsti dal contratto depositato.
    Ora, se tu sei un giocatore, ammettendo che non sia manovrato come un burattino dagli agenti e abbia potere decisionale, preferiresti un contratto regolare e unico di prestazione sportiva da 200k lordi ovvero 115k oppure un contratto regolare da 100k lordi e uno di immagine da 60k che al netto di mettono in tasca la stessa cifra ma se non ti pagano i diritti di immagine ci metti un casino a far valere le tue ragioni, e magari ci perdi pure dei soldi?
    E' ovvio che a parità di condizioni la scelta migliore per il giocatore è la prima ma se accetta di passare alla seconda, o si tratta di società la cui reputazione di buoni pagatori fa stare tranquilli tutti, o si tratta di "offerta speciale" per cui ti dicono che se vuoi tutto con contratto regolare il netto è X perchè a me società costi Y, ma se accetti la formula mista posso arrivare a X+n% perchè a me società costa Y-m%.
    Del resto, sempre per parlare di Caserta che è un caso troppo recente, non ti pare strano che Sosa si lamenti che non ha ricevuto dei soldi, la società sbandiera un foglio da lui firmato in cui dice di non aver pendenze, in tempo zero arrivano ex casertani suoi amici a dire che pure a loro mancano dei soldi, e ciliegina sulla torta arriva l'esito del BAT che sancisce spettanze non pagate a Mordente che blocca così il mercato? Se Sosa e gli altri hanno mentito sui pagamenti e quindi gettando a tutti gli effetti fango sulla reputazione della società, non credi che la società avrebbe anche il diritto di difendersi attaccando codesti "bugiardi" in tribunale per dichiarazioni lesive della propria immagine?

    @Highway: il discorso del nero meglio che lo lasciamo fuori per quanto con un po' di fantasia non sia così difficile arrivare a capire chi lo può fare e come

    Lato FCA, dopo l'acquisizione di Chrysler FCA è diventata davvero una multinazionale globale, con produzione e vendite in decine di paesi del mondo. Imprenditorialmente capisco la loro mossa nel vuoto normativo annuale: e direi che altre multinazionali estere come Google, Apple ecc. hanno fatto ben di peggio portando all'estero gli utili prodotti in Italia. Per lo meno sulle auto vendute in Italia lo stato qualcosa ci guadagna, tra IVA, bolli ecc., e i concessionari sui loro magri utili le imposte le dovrebbero pagare. Quello che mi amareggia onestamente non è che FCA abbia portato la sede legale all'estero, ma che lo stato italiano (volutamente minuscolo) dopo aver elargito finanziamenti, casse integrazioni ecc. per decenni, non abbia potuto dire neanche bè, sotto l'implicita minaccia di spostare stabilimenti in Polonia, Brasile, Turchia, Cina e chi più ne ha più ne metta, con conseguenti voragini occupazionali. Francia e Germania per dirne due sono liberali a parole, ma quando si tratta di proteggere le proprie imprese e i propri interessi diventano più protezioniste di Trump.

    Detto questo, torno al più interessante mondo del basket: ciò che scrivi è assolutamente vero, per un giocatore è assolutamente preferibile un contratto completamente sportivo senza una parte di diritti d'immagine per le ragioni da te dettagliatamente spiegate, e sono assolutamente convinto che le vicende Sosa, Kurtinaitis ecc. siano spiegabili in questo modo.

    Quello che però continuo a non capire è che, essendo i roster costituiti da 10-12 giocatori, statisticamente mi aspetterei che le percentuali di budget dedicate agli stipendi e ai diritti d'immagine siano comunque simili tra tutte le società, non mi spiego differenze dal 27% al 63% del budget totale. A meno che non vogliamo dire che alcune società tra cui la nostra siano più brave delle altre a trovare giocatori con basso potere contrattuale, agenti senza palle o ds con arti oratorie tali da convincere suddetti agenti a firmare contratti più sfavorevoli per i propri assistiti.
     
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  6. pierlo-carugo
     
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    Io partirei da un'altro punto di vista.
    Le nostre società fanno basket in una nazione fallita e quindi hanno a che fare con leggi del terzo mondo.
    Non sarebbe piu intelligente fare come in spagna e considerare un costo complesivo del lavoro sportivo (giocatori) al 20/?
    Di sicuro avremmo piu trasparenza ma soprattutto competitività a livello europeo.
    Gia ci sono pochi soldi, se poi le ns società devono pagare mediamente un giocatore il 35/40/ in piu di che parliamo?
    Vale anche x il calcio ovviamente!
    Pero paese del terzo mondo=leggi da terzo mando
     
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    CITAZIONE (pierlo-carugo @ 4/4/2017, 07:57) 
    Io partirei da un'altro punto di vista.
    Le nostre società fanno basket in una nazione fallita e quindi hanno a che fare con leggi del terzo mondo.
    Non sarebbe piu intelligente fare come in spagna e considerare un costo complesivo del lavoro sportivo (giocatori) al 20/?
    Di sicuro avremmo piu trasparenza ma soprattutto competitività a livello europeo.
    Gia ci sono pochi soldi, se poi le ns società devono pagare mediamente un giocatore il 35/40/ in piu di che parliamo?
    Vale anche x il calcio ovviamente!
    Pero paese del terzo mondo=leggi da terzo mando

    In Spagna non è più così, ormai da quasi dieci anni: prima c'era una legge che permetteva di offrire per 5 anni a "talenti" stranieri (non solo sportivi ma anche manager ad esempio) una tassazione ridotta al 24%, ma è stata abrogata perché in contrasto con la normativa comunitaria (configurava infatti un vantaggio competitivo per un cittadino comunitario rispetto ad uno spagnolo).
    In Spagna quindi sia le imposte sui redditi che i contributi sono abbastanza vicini ai nostri, anche se un po' più bassi.

    Sono ovviamente d'accordo sul fatto che il costo del lavoro in carico alle aziende (e ai privati) in Italia raggiunga livelli indecenti, però onestamente non vedo perché un giocatore di basket che guadagna decine di migliaia di euro al mese dovrebbe pagare percentualmente meno tasse e contributi di operai o impiegati che ne prendono milleduecento.
     
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    CITAZIONE (Flambers @ 4/4/2017, 09:06) 
    Sono ovviamente d'accordo sul fatto che il costo del lavoro in carico alle aziende (e ai privati) in Italia raggiunga livelli indecenti, però onestamente non vedo perché un giocatore di basket che guadagna decine di migliaia di euro al mese dovrebbe pagare percentualmente meno tasse e contributi di operai o impiegati che ne prendono milleduecento.

    Il fatto che la carriera di uno sportivo professionista non possa durare più di un certo periodo temporale (15?20 anni?) potrebbe essere un motivo
     
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    CITAZIONE (Earl Manigault @ 4/4/2017, 09:26) 
    CITAZIONE (Flambers @ 4/4/2017, 09:06) 
    Sono ovviamente d'accordo sul fatto che il costo del lavoro in carico alle aziende (e ai privati) in Italia raggiunga livelli indecenti, però onestamente non vedo perché un giocatore di basket che guadagna decine di migliaia di euro al mese dovrebbe pagare percentualmente meno tasse e contributi di operai o impiegati che ne prendono milleduecento.

    Il fatto che la carriera di uno sportivo professionista non possa durare più di un certo periodo temporale (15?20 anni?) potrebbe essere un motivo

    Quello è un discorso esclusivamente contributivo, con la possibilità di una pensione anticipata. E uno sportivo ha la possibilità di proseguire con altre attività o investire una volta ritiratosi, con una disponibilità mediamente maggiore di un coetaneo che ha fatto lavori meno remunerativi.

    Lungi da me essere comunista, ma il fatto che un cestista o un calciatore milionario pagasse meno tasse di un operaio sarebbe uno scandalo.
     
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  10. pierlo-carugo
     
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    Io giro la frittata: le società che pagano contributin x gli stranieri che vedranno mai la pensione
     
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    L'armonizzazione fiscale è sicuramente un problema ma ci si può fare ben poco perchè anche se si trovasse una soluzione comune tra i membri EU, ci sono poi due campionati altamente competitivi come quello turco e quello russo (ok, VTB League per la precisione) su cui sarebbe pressochè impossibile imporre o anche solo chiedere gentilmente di applicare pari condizioni rispetto a quelle delle nostre lande.

    @Flambers: la cosa che non accetti ma mi sento proprio di dire che è una tua sega mentale e basta è che ogni società ragiona di testa sua, esattamente come FCA ha deciso di portare sede legale in Olanda e altre no, per cui a qualcuno può piacere di più l'idea di usare tanto i diritti di immagine, qualcuno (pare strano ma esiste ed è la Virtus Castelmaggiore) non adotta per scelta propria i contratti di immagine, qualcuno utilzza il metodo sicuramente più losco di gonfiare contratti di scouting e compensi per agenti, e le 9 società convocate in Procura Federale lo scorso anno hanno dovuto rispondere anche di questo, non è una mia opinione bensì cronaca.
    Come funziona il sistema di gonfiare compensi per scouting e agency fees è semplice e lo ha spiegato Paolo Ruggiero, tributarista a Milano presso uno dei primari studi a livello nazionale e internazionale e docente al master del Sole 24 Ore in Diritto e fisco dello sport. "Può capitare che la società paghi più del dovuto al procuratore, che poi retrocede l’extra al calciatore. Perché si fa così? Per arginare il costo del lavoro che in Italia è spropositato. Se una parte dello stipendio del calciatore la pago all’agente risparmio un bel po’, visto che su quella cifra non devo versare gli oneri contributivi. Poi ci penserà il procuratore a creare estero su estero la provvista per il suo assistito ... La società di calcio dà comunque visibilità alle sue uscite, facendo figurare quel costo come prestazione di servizi, qual è appunto l’attività di intermediazione. Quando paga direttamente il calciatore, lavoratore dipendente residente in Italia e soggetto alle nostre imposte, il club deve aggiungervi le tasse, il 43% solo di Irpef; se riesce a girare una somma a una società interposta, magari con sede in un Paese a fiscalità agevolata, paga direttamente il netto, o quasi. Peraltro, sappiamo tutti che i calciatori negoziano al netto i loro contratti…È difficile che il club di calcio paghi direttamente la società che ha sede nel paradiso fiscale, perché in quel caso bisogna dimostrare all’Erario che la prestazione è effettivamente avvenuta e che c’è stato un interesse economico. Allora succede questo: io creo una società in Lussemburgo che rende servizi in Italia e che, a sua volta, è correlata a una società in un paradiso fiscale. I soldi, alla fine, arrivano lì ma il Fisco italiano si interfaccia solo con la società del Lussemburgo perché quella risulta come prestatrice di servizi del club di calcio".
    Ora, se lo fanno nel calcio dove di pilla ne gira parecchia, faccio fatica a credere che qualcuno non faccia altrettanto anche in altri sport meno ricchi dove anche risparmiare 200k in una stagione permette di vivere con più serenità quella successiva.
    Come vedi Flambers, abbiamo trovato un secondo modo di eludere il fisco alternativo ai diritti di immagine. Un terzo modo ancora più losco del secondo è quello dei fondi neri e sempre l'avvocato Ruggiero spiegava a tal proposito che "Io sono il presidente di un club, metto a bilancio un’uscita di 100 per la mediazione di un contratto che in realtà è gonfiata rispetto alla cifra pattuita con l’agente; quel che avanza, può essere 20 o 50, lo intasco fuori confine e me ne servo per le mie attività estere. Può capitare anche col direttore sportivo, che sceglie il calciatore di un dato procuratore a condizione di averne poi un tornaconto. L’importante è che l’operazione avvenga all’estero: i soldi escono dall’Italia e non sono più tracciabili".
     
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    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 4/4/2017, 11:22) 
    L'armonizzazione fiscale è sicuramente un problema ma ci si può fare ben poco perchè anche se si trovasse una soluzione comune tra i membri EU, ci sono poi due campionati altamente competitivi come quello turco e quello russo (ok, VTB League per la precisione) su cui sarebbe pressochè impossibile imporre o anche solo chiedere gentilmente di applicare pari condizioni rispetto a quelle delle nostre lande.

    @Flambers: la cosa che non accetti ma mi sento proprio di dire che è una tua sega mentale e basta è che ogni società ragiona di testa sua, esattamente come FCA ha deciso di portare sede legale in Olanda e altre no, per cui a qualcuno può piacere di più l'idea di usare tanto i diritti di immagine, qualcuno (pare strano ma esiste ed è la Virtus Castelmaggiore) non adotta per scelta propria i contratti di immagine, qualcuno utilzza il metodo sicuramente più losco di gonfiare contratti di scouting e compensi per agenti, e le 9 società convocate in Procura Federale lo scorso anno hanno dovuto rispondere anche di questo, non è una mia opinione bensì cronaca.
    Come funziona il sistema di gonfiare compensi per scouting e agency fees è semplice e lo ha spiegato Paolo Ruggiero, tributarista a Milano presso uno dei primari studi a livello nazionale e internazionale e docente al master del Sole 24 Ore in Diritto e fisco dello sport. "Può capitare che la società paghi più del dovuto al procuratore, che poi retrocede l’extra al calciatore. Perché si fa così? Per arginare il costo del lavoro che in Italia è spropositato. Se una parte dello stipendio del calciatore la pago all’agente risparmio un bel po’, visto che su quella cifra non devo versare gli oneri contributivi. Poi ci penserà il procuratore a creare estero su estero la provvista per il suo assistito ... La società di calcio dà comunque visibilità alle sue uscite, facendo figurare quel costo come prestazione di servizi, qual è appunto l’attività di intermediazione. Quando paga direttamente il calciatore, lavoratore dipendente residente in Italia e soggetto alle nostre imposte, il club deve aggiungervi le tasse, il 43% solo di Irpef; se riesce a girare una somma a una società interposta, magari con sede in un Paese a fiscalità agevolata, paga direttamente il netto, o quasi. Peraltro, sappiamo tutti che i calciatori negoziano al netto i loro contratti…È difficile che il club di calcio paghi direttamente la società che ha sede nel paradiso fiscale, perché in quel caso bisogna dimostrare all’Erario che la prestazione è effettivamente avvenuta e che c’è stato un interesse economico. Allora succede questo: io creo una società in Lussemburgo che rende servizi in Italia e che, a sua volta, è correlata a una società in un paradiso fiscale. I soldi, alla fine, arrivano lì ma il Fisco italiano si interfaccia solo con la società del Lussemburgo perché quella risulta come prestatrice di servizi del club di calcio".
    Ora, se lo fanno nel calcio dove di pilla ne gira parecchia, faccio fatica a credere che qualcuno non faccia altrettanto anche in altri sport meno ricchi dove anche risparmiare 200k in una stagione permette di vivere con più serenità quella successiva.
    Come vedi Flambers, abbiamo trovato un secondo modo di eludere il fisco alternativo ai diritti di immagine. Un terzo modo ancora più losco del secondo è quello dei fondi neri e sempre l'avvocato Ruggiero spiegava a tal proposito che "Io sono il presidente di un club, metto a bilancio un’uscita di 100 per la mediazione di un contratto che in realtà è gonfiata rispetto alla cifra pattuita con l’agente; quel che avanza, può essere 20 o 50, lo intasco fuori confine e me ne servo per le mie attività estere. Può capitare anche col direttore sportivo, che sceglie il calciatore di un dato procuratore a condizione di averne poi un tornaconto. L’importante è che l’operazione avvenga all’estero: i soldi escono dall’Italia e non sono più tracciabili".
     
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    Tyson Wheeler

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    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 4/4/2017, 11:22) 
    L'armonizzazione fiscale è sicuramente un problema ma ci si può fare ben poco perchè anche se si trovasse una soluzione comune tra i membri EU, ci sono poi due campionati altamente competitivi come quello turco e quello russo (ok, VTB League per la precisione) su cui sarebbe pressochè impossibile imporre o anche solo chiedere gentilmente di applicare pari condizioni rispetto a quelle delle nostre lande.

    @Flambers: la cosa che non accetti ma mi sento proprio di dire che è una tua sega mentale e basta è che ogni società ragiona di testa sua, esattamente come FCA ha deciso di portare sede legale in Olanda e altre no, per cui a qualcuno può piacere di più l'idea di usare tanto i diritti di immagine, qualcuno (pare strano ma esiste ed è la Virtus Castelmaggiore) non adotta per scelta propria i contratti di immagine, qualcuno utilzza il metodo sicuramente più losco di gonfiare contratti di scouting e compensi per agenti, e le 9 società convocate in Procura Federale lo scorso anno hanno dovuto rispondere anche di questo, non è una mia opinione bensì cronaca.
    Come funziona il sistema di gonfiare compensi per scouting e agency fees è semplice e lo ha spiegato Paolo Ruggiero, tributarista a Milano presso uno dei primari studi a livello nazionale e internazionale e docente al master del Sole 24 Ore in Diritto e fisco dello sport. "Può capitare che la società paghi più del dovuto al procuratore, che poi retrocede l’extra al calciatore. Perché si fa così? Per arginare il costo del lavoro che in Italia è spropositato. Se una parte dello stipendio del calciatore la pago all’agente risparmio un bel po’, visto che su quella cifra non devo versare gli oneri contributivi. Poi ci penserà il procuratore a creare estero su estero la provvista per il suo assistito ... La società di calcio dà comunque visibilità alle sue uscite, facendo figurare quel costo come prestazione di servizi, qual è appunto l’attività di intermediazione. Quando paga direttamente il calciatore, lavoratore dipendente residente in Italia e soggetto alle nostre imposte, il club deve aggiungervi le tasse, il 43% solo di Irpef; se riesce a girare una somma a una società interposta, magari con sede in un Paese a fiscalità agevolata, paga direttamente il netto, o quasi. Peraltro, sappiamo tutti che i calciatori negoziano al netto i loro contratti…È difficile che il club di calcio paghi direttamente la società che ha sede nel paradiso fiscale, perché in quel caso bisogna dimostrare all’Erario che la prestazione è effettivamente avvenuta e che c’è stato un interesse economico. Allora succede questo: io creo una società in Lussemburgo che rende servizi in Italia e che, a sua volta, è correlata a una società in un paradiso fiscale. I soldi, alla fine, arrivano lì ma il Fisco italiano si interfaccia solo con la società del Lussemburgo perché quella risulta come prestatrice di servizi del club di calcio".
    Ora, se lo fanno nel calcio dove di pilla ne gira parecchia, faccio fatica a credere che qualcuno non faccia altrettanto anche in altri sport meno ricchi dove anche risparmiare 200k in una stagione permette di vivere con più serenità quella successiva.
    Come vedi Flambers, abbiamo trovato un secondo modo di eludere il fisco alternativo ai diritti di immagine. Un terzo modo ancora più losco del secondo è quello dei fondi neri e sempre l'avvocato Ruggiero spiegava a tal proposito che "Io sono il presidente di un club, metto a bilancio un’uscita di 100 per la mediazione di un contratto che in realtà è gonfiata rispetto alla cifra pattuita con l’agente; quel che avanza, può essere 20 o 50, lo intasco fuori confine e me ne servo per le mie attività estere. Può capitare anche col direttore sportivo, che sceglie il calciatore di un dato procuratore a condizione di averne poi un tornaconto. L’importante è che l’operazione avvenga all’estero: i soldi escono dall’Italia e non sono più tracciabili".

    Ti ringrazio per la spiegazione approfondita, queste modalità d'agire sono spesso "insinuate" sugli organi di stampa ma leggere il processo nei dettagli è interessante.

    Il fatto che non "accetto" - o meglio non capisco - non è una mia sega mentale, è un ragionamento penso condivisibile: farei una netta distinzione tra le pratiche di cui sopra, sicuramente esistenti e altrettanto sicuramente illegali, con il discorso dei diritti d'immagine, che come tu stesso hai riportato sono legali e accettati nella misura del 40% del compenso totale. E di conseguenza mi aspetterei che tutte le società ne facessero uso simil misura con il fine di diminuire per quanto lecitamente possibile il monte ingaggi, a meno che appunto anche quanto da te riportato sia solo una linea guida e non una pratica fiscale garantita al di là di ogni ragionevole dubbio, cosa che ovviamente ignoro non essendo del settore.

    Quello che mi pare invece abbastanza certo è che, mentre per un giocatore straniero avere una parte di contratto ufficiale, una parte in diritti d'immagine e una parte con altre modalità meno lecite sia abbastanza indifferente, per un italiano invece il discorso cambia radicalmente, e possa ragionevolmente pretendere di avere contratto totalmente registrato al fine di avere totale certezza della retribuzione, il massimo di contributi pensionistici pagati e del denaro liberamente utilizzabile in Italia.
     
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  14. dr.dave.
     
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    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 17:22) 
    CITAZIONE (tsenif_dnalsi_yenoc @ 3/4/2017, 16:58) 
    Tu dici che il discorso FCA è diverso e io ti chiedo: perchè è diverso? Non è l'unica multinazionale italiana, non è l'unica che deve rendere conto a cari azionisti, ma di questo scarso coordinamento in materia fiscale tra i vari paesi europei è una delle poche ne ha approfittato. Quindi le altre società quotate son gestite da scemi patentati?

    Però torno al discorso cestistico che interessa di più: e ti dico. I contratti si firmano in due, giocatore/agenzia devono accettare la formula proposta, non è detto che lo facciano. Perchè? Perchè sul contratto depositato presso la FIP è più facile controllare il buon esito dei pagamenti, altrimenti ci vuole sentenza definitiva del BAT (Tribunale Arbitrale della Fiba) atta a comprovare l'esistenza di altri compensi non previsti dal contratto depositato.
    Ora, se tu sei un giocatore, ammettendo che non sia manovrato come un burattino dagli agenti e abbia potere decisionale, preferiresti un contratto regolare e unico di prestazione sportiva da 200k lordi ovvero 115k oppure un contratto regolare da 100k lordi e uno di immagine da 60k che al netto di mettono in tasca la stessa cifra ma se non ti pagano i diritti di immagine ci metti un casino a far valere le tue ragioni, e magari ci perdi pure dei soldi?
    E' ovvio che a parità di condizioni la scelta migliore per il giocatore è la prima ma se accetta di passare alla seconda, o si tratta di società la cui reputazione di buoni pagatori fa stare tranquilli tutti, o si tratta di "offerta speciale" per cui ti dicono che se vuoi tutto con contratto regolare il netto è X perchè a me società costi Y, ma se accetti la formula mista posso arrivare a X+n% perchè a me società costa Y-m%.
    Del resto, sempre per parlare di Caserta che è un caso troppo recente, non ti pare strano che Sosa si lamenti che non ha ricevuto dei soldi, la società sbandiera un foglio da lui firmato in cui dice di non aver pendenze, in tempo zero arrivano ex casertani suoi amici a dire che pure a loro mancano dei soldi, e ciliegina sulla torta arriva l'esito del BAT che sancisce spettanze non pagate a Mordente che blocca così il mercato? Se Sosa e gli altri hanno mentito sui pagamenti e quindi gettando a tutti gli effetti fango sulla reputazione della società, non credi che la società avrebbe anche il diritto di difendersi attaccando codesti "bugiardi" in tribunale per dichiarazioni lesive della propria immagine?

    @Highway: il discorso del nero meglio che lo lasciamo fuori per quanto con un po' di fantasia non sia così difficile arrivare a capire chi lo può fare e come

    Lato FCA, dopo l'acquisizione di Chrysler FCA è diventata davvero una multinazionale globale, con produzione e vendite in decine di paesi del mondo. Imprenditorialmente capisco la loro mossa nel vuoto normativo annuale: e direi che altre multinazionali estere come Google, Apple ecc. hanno fatto ben di peggio portando all'estero gli utili prodotti in Italia. Per lo meno sulle auto vendute in Italia lo stato qualcosa ci guadagna, tra IVA, bolli ecc., e i concessionari sui loro magri utili le imposte le dovrebbero pagare. Quello che mi amareggia onestamente non è che FCA abbia portato la sede legale all'estero, ma che lo stato italiano (volutamente minuscolo) dopo aver elargito finanziamenti, casse integrazioni ecc. per decenni, non abbia potuto dire neanche bè, sotto l'implicita minaccia di spostare stabilimenti in Polonia, Brasile, Turchia, Cina e chi più ne ha più ne metta, con conseguenti voragini occupazionali. Francia e Germania per dirne due sono liberali a parole, ma quando si tratta di proteggere le proprie imprese e i propri interessi diventano più protezioniste di Trump.

    Detto questo, torno al più interessante mondo del basket: ciò che scrivi è assolutamente vero, per un giocatore è assolutamente preferibile un contratto completamente sportivo senza una parte di diritti d'immagine per le ragioni da te dettagliatamente spiegate, e sono assolutamente convinto che le vicende Sosa, Kurtinaitis ecc. siano spiegabili in questo modo.

    Quello che però continuo a non capire è che, essendo i roster costituiti da 10-12 giocatori, statisticamente mi aspetterei che le percentuali di budget dedicate agli stipendi e ai diritti d'immagine siano comunque simili tra tutte le società, non mi spiego differenze dal 27% al 63% del budget totale. A meno che non vogliamo dire che alcune società tra cui la nostra siano più brave delle altre a trovare giocatori con basso potere contrattuale, agenti senza palle o ds con arti oratorie tali da convincere suddetti agenti a firmare contratti più sfavorevoli per i propri assistiti.

    La percentuale d'incidenza del costo del personale con tutto il resto dipende dalla struttura societaria che una squadra ha.
    Faccio un esempio per quanto ci riguarda, prendendo i dati di bilancio forniti da CIF nella pagina precedente:
    Secondo anno di Pino: costo di gestione GLOBALE intorno ai 5milioni ; costi degli stipendi 1,9 milioni LORDI.
    Questo cosa vuole dire?! che ai tempi la gestione societaria costava 3,1 milioni.
    Orthmann, per esempio, com'era registrato? Se era un DIPENDENTE allora il suo costo era registrato nel personale; altrimenti nel costo dei servizi ed andava a pesare nei 3,1 milioni...

    Negli anni Cremascoli la struttura societaria bene o male è rimasta sempre quella.
    Pertanto la differenza fra il terzo e il quarto anno di Trinchieri (-35% ) era presumibilmenete imputabile ad un cambio di budget per i giocatori.
     
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    CITAZIONE (dr.dave. @ 5/4/2017, 16:09) 
    CITAZIONE (Flambers @ 3/4/2017, 17:22) 
    Lato FCA, dopo l'acquisizione di Chrysler FCA è diventata davvero una multinazionale globale, con produzione e vendite in decine di paesi del mondo. Imprenditorialmente capisco la loro mossa nel vuoto normativo annuale: e direi che altre multinazionali estere come Google, Apple ecc. hanno fatto ben di peggio portando all'estero gli utili prodotti in Italia. Per lo meno sulle auto vendute in Italia lo stato qualcosa ci guadagna, tra IVA, bolli ecc., e i concessionari sui loro magri utili le imposte le dovrebbero pagare. Quello che mi amareggia onestamente non è che FCA abbia portato la sede legale all'estero, ma che lo stato italiano (volutamente minuscolo) dopo aver elargito finanziamenti, casse integrazioni ecc. per decenni, non abbia potuto dire neanche bè, sotto l'implicita minaccia di spostare stabilimenti in Polonia, Brasile, Turchia, Cina e chi più ne ha più ne metta, con conseguenti voragini occupazionali. Francia e Germania per dirne due sono liberali a parole, ma quando si tratta di proteggere le proprie imprese e i propri interessi diventano più protezioniste di Trump.

    Detto questo, torno al più interessante mondo del basket: ciò che scrivi è assolutamente vero, per un giocatore è assolutamente preferibile un contratto completamente sportivo senza una parte di diritti d'immagine per le ragioni da te dettagliatamente spiegate, e sono assolutamente convinto che le vicende Sosa, Kurtinaitis ecc. siano spiegabili in questo modo.

    Quello che però continuo a non capire è che, essendo i roster costituiti da 10-12 giocatori, statisticamente mi aspetterei che le percentuali di budget dedicate agli stipendi e ai diritti d'immagine siano comunque simili tra tutte le società, non mi spiego differenze dal 27% al 63% del budget totale. A meno che non vogliamo dire che alcune società tra cui la nostra siano più brave delle altre a trovare giocatori con basso potere contrattuale, agenti senza palle o ds con arti oratorie tali da convincere suddetti agenti a firmare contratti più sfavorevoli per i propri assistiti.

    La percentuale d'incidenza del costo del personale con tutto il resto dipende dalla struttura societaria che una squadra ha.
    Faccio un esempio per quanto ci riguarda, prendendo i dati di bilancio forniti da CIF nella pagina precedente:
    Secondo anno di Pino: costo di gestione GLOBALE intorno ai 5milioni ; costi degli stipendi 1,9 milioni LORDI.
    Questo cosa vuole dire?! che ai tempi la gestione societaria costava 3,1 milioni.
    Orthmann, per esempio, com'era registrato? Se era un DIPENDENTE allora il suo costo era registrato nel personale; altrimenti nel costo dei servizi ed andava a pesare nei 3,1 milioni...

    Negli anni Cremascoli la struttura societaria bene o male è rimasta sempre quella.
    Pertanto la differenza fra il terzo e il quarto anno di Trinchieri (-35% ) era presumibilmenete imputabile ad un cambio di budget per i giocatori.

    Certo, sono d'accordo con te.

    Quello che fatico a capire è come la terza società di serie A per budget (dati 2014-2015) potesse avere un costo del personale intorno al 27% del totale mentre le altre si attestavano mediamente intorno al 50% con punte al 63%. Tra l'altro mi aspetterei che le squadre con fatturato più elevato avessero delle spese per il personale percentualmente più alte rispetto a quelle con budget minore, proprio perché i costi fissi (auto, trasferte, tesseramenti, contratti di collaborazione con staff ecc.) dovrebbero essere simili per tutte le società e quindi su un budget maggiore dovrebbero pare di meno.

    A tutto questo ha approfonditamente risposto CIF, ma continua a non tornarmi se fino a certi limiti i diritti d'immagine sono fiscalmente accettabili, come mai non li utilizzino tutti nella misura massima.
     
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32 replies since 31/3/2017, 14:59   5812 views
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